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Parr_SalvatoreParroco: Don Giuseppe Esposito
Piazzetta Giovanni Paolo II, 1 - 80045 Pompei (NA)
Tel. e Fax (+39) 081 8506181

La Parrocchia “SS. Salvatore”, situata attualmente alle spalle del Santuario, è la più antica chiesa parrocchiale eretta nell’antico territorio di Valle di Pompei. Della sua storia si apprendono le tappe da antichi documenti presenti nell’Archivio Vescovile di Nola, alla cui diocesi apparteneva la chiesa del “San Salvatore di Valle” (così denominata in origine), e nel Grande Archivio di Napoli. Risalente, con molta probabilità, all’XI secolo, la chiesa apparteneva, in origine, al Convento di San Lorenzo d’Aversa e si trovava a ridosso del fiume Sarno. Dopo 230 anni, nel 1323, la chiesa viene riassegnata alla Diocesi di Nola. Da repertori dell’Archivio di Stato di Napoli si apprende che, nello stesso anno, il Casale di Valle passa a formare il feudo della Famiglia Caracciolo. In una Bolla di Papa Giulio, II datata 5 maggio 1511, conservata nella curia Vescovile di Nola, la Chiesa del S. Salvatore di Valle viene finalmente indicata come Parrocchia. Viene così concesso ai cittadini, oltre al diritto di patronato, anche quello di presentare al Vescovo il Parroco da confermare. Intanto, il territorio di Valle viene venduto e acquistato più volte da altre famiglie illustri dell’epoca: i Toraldo, i De Bucchis e i Piccolomini. Nel 1662, la terra di Valle, già scarsamente popolata, viene dichiarata dal parroco disabitata da oltre due anni, a causa della insalubrità del luogo, così vicino al fiume. Nel 1740, la chiesa fu demolita e ricostruita ad un chilometro di distanza dal fiume Sarno, a Fossa di Valle, contrada di Pompei, oggi Piazza Bartolo Longo. Nel 1840, per interessamento di Monsignor Pasca, Vescovo di Nola, riebbe il titolo di Parrocchia. Nel 1827, il territorio di Valle fu venduto al Conte Francesco De Fusco di Lettere. Il figlio ed erede, Conte Albenzio, morì nel 1864, lasciandone erede la moglie, la Contessa Marianna Farnararo di Monopoli, che, poco incline ad occuparsi dei suoi possedimenti, ne affidò la cura a Bartolo Longo, il fondatore della Nuova Pompei. Egli, con la collaborazione del parroco, don Giovanni Cirillo, si adoperò per il riscatto umano e morale dei contadini, con la fondazione della Confraternita del Rosario e con numerose opere sociali. Durante la costruzione del Santuario di Pompei, la chiesa del SS. Salvatore dovette essere nuovamente traslata, perché veniva a trovarsi proprio davanti al nuovo tempio, dove oggi una targa ne ricorda l’ubicazione. Il 29 maggio 1898, la nuova chiesa fu ultimata, nella sua attuale posizione.
Dopo don Giovanni Cirillo, il parroco della parrocchia reintegrata, morto l’8 febbraio 1887, si sono avvicendati 6 parroci. Don Gennaro Federico (22 gennaio 1888 – 11 settembre 1914), valpompeiano doc, il parroco dell’ultima traslazione, amico “cacciatore” di don Bartolo: insieme andavano a caccia di anime. Don Nicola Sposato (2 aprile 1916 – 24 novembre 1945), il parroco delle due guerre. Sotto la sua amorevole benedizione nasce, nel 1928, il Comune di Pompei. È doveroso ricordare anche don Eustachio Montemurro, una preziosa anima innamorata del SS. Salvatore, fondatore delle Suore Missionarie del Sacro Costato, che ancora oggi, seguendo l’esempio del loro Fondatore, sono presenti per mettere le proprie energie al servizio del popolo di Dio. Don Gennaro Carotenuto (11 agosto 1946 – 31 agosto 1965), prete di periferia, fu scelto dal popolo di Dio. Si spense nel 1987, compianto da tutta Pompei, nessuno escluso. Don Baldassarre Cuomo (11 ottobre 1966 – 30 novembre 1982), il Parroco del Concilio Vaticano II. Nato a Valle di Scafati, non dovette essere sottoposto alla scelta dei parrocchiani, perché il Vescovo, Mons. Aurelio Signora, chiese al Sindaco, Raffaele Mancino, di rinunciarvi. Don Ciro Cozzolino (26 dicembre 1982 – 2 febbraio 2003), l’Arciprete Parroco del Centenario. Subentra a don Cuomo, chiamato a ricoprire la carica di Vicario Generale, il 26 dicembre 1982 e subito deve affrontare i danni del terremoto del 1980. Le lesioni erano gravi e profonde, ma il parroco e i suoi valpompeiani, caparbi come gli antichi, non demordono e, da soli, senza aspettare l’indennizzo dello Stato, provvedono a restaurare la propria parrocchia. Il 2 febbraio 2003, don Giuseppe Esposito, già collaboratore, assume la guida della parrocchia. Oltre che nella ristrutturazione dei locali della parrocchia, don Giuseppe si è impegnato molto nel rinnovamento dell’impegno pastorale, rivolto soprattutto ai giovani e alle famiglie.