Benedetto XVI a Pompei
Anche il successore di Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI, volle venire pellegrino a Pompei. Era il 19 ottobre del 2008.
Accolto dall’Arcivescovo Mons. Carlo Liberati, Delegato Pontificio, e da decine di migliaia di persone, affidò “alla Madre di Dio, nel cui grembo il Verbo si è fatto carne” il Sinodo dei Vescovi, allora in corso. Ricordando, poi, la figura del Fondatore e Beato Bartolo Longo, ne sottolineò la radicale conversione, dicendo: “Dove arriva Dio, il deserto fiorisce! Anche il Beato Bartolo Longo, con la sua personale conversione, diede testimonianza di questa forza spirituale che trasforma l’uomo interiormente e lo rende capace di operare grandi cose secondo il disegno di Dio”.
Il Pontefice rilevò quale fosse il “segreto” di Pompei, terra di amore e di carità: la preghiera del Santo Rosario. Queste le sue parole: “Questa preghiera ci conduce, attraverso Maria, a Gesù”. E più avanti: “Il Rosario è preghiera contemplativa accessibile a tutti: grandi e piccoli, laici e chierici, colti e poco istruiti”. E ancora: “Il Rosario è 'arma' spirituale nella lotta contro il male, contro ogni violenza, per la pace nei cuori, nelle famiglie, nella società e nel mondo”.
Dopo aver celebrato l’Eucaristia, il Santo Padre guidò la recita della Supplica e affidò il mondo intero nelle mani di Maria Santissima.