Skip to main content

Scritti

"La sua lunga vita è stata ispirata da una fede semplice ed eroica e densa di episodi suggestivi, durante la quale sgorgò e si sviluppò il miracolo di Pompei. Iniziando dall’umile catechesi ai contadini della valle di Pompei, e dalla recita del Rosario davanti al famoso Quadro della Madonna, fino all’erezione dello stupendo Santuario e all’istituzione delle opere di carità per i figli e le figlie dei carcerati, Bartolo Longo portò avanti con intrepido coraggio un’opera grandiosa che ancora oggi ci lascia stupiti ed ammirati".
San Giovanni Paolo II (Omelia del 26 ottobre 1980, beatificazione di Bartolo Longo)
Nel 1982, lo storico Gabriele De Rosa definiva Bartolo Longo «il più grande promotore laico della devozione alla Madonna del Rosario del ventesimo secolo». Dello stesso avviso era Francesco Bonini – poi rettore dell’Università LUMSA di Roma – che nel 1998 sottolineava la straordinaria capacità dell’avvocato pompeiano di «evangelizzare su vasta scala e fare della devozione pompeiana una proposta universale». A metà del Novecento, il mariologo Gabriele Maria Roschini lo aveva già indicato come il principale promotore in Italia del movimento per la definizione dogmatica dell’Assunzione di Maria e della devozione dei “Quindici Sabati”; e ancora prima, ad appena un anno dalla sua scomparsa, Benedetto Croce lo indicava come «il fondatore della Lourdes italiana».
Fu proprio la necessità di far conoscere quanto accadeva a Pompei e di promuoverne la diffusione in ambiti sempre più ampi, che indusse il Beato Bartolo Longo a intraprendere la strada di un moderno press agent. Attività per la quale si preparò scrupolosamente, andando a scuola dai migliori letterati del tempo; e utilizzando, con intuizione geniale per l’epoca, la stampa come mezzo di diffusione e divulgazione della devozione alla Vergine del Rosario di Pompei. «Il gran segreto di Bartolo Longo – spiega Pier Marino Frasconi, tra i suoi primi biografi – fu l’organizzazione della propaganda, che nessun altro come lui seppe svolgere a quei tempi difficili, anzi ostili, per le iniziative di carattere religioso».
Chiosando un volume della propria biblioteca – gli Esercizi di pietà di Jean Croiset, – Bartolo Longo scriveva: «Qual è la mia vocazione? Scriver di Maria, far lodare Maria, far amare Maria». E così fu. Avvertì talmente la sua vocazione di scrittore mariano da produrre libri e opuscoli, alcuni dei quali divenuti veri e propri best-seller.
Per il mariologo Stefano De Fiores, «pure la mariologia dovrà fare i conti con Bartolo Longo, non solo per rendere giustizia alla sua opera promozionale del culto mariano nella chiesa, nonché alla sua acculturazione popolare e al suo influsso nella preghiera e spiritualità delle masse; ma anche per evitare errati luoghi comuni». Lo studioso mette a confronto la diffusione di capolavori della letteratura mariana – da S. Alfonso de’ Liguori (circa 800 edizioni in varie lingue) a S. Luigi da Montfort (circa 300) – con il primato indiscusso delle opere di Bartolo Longo. La Novena d’impetrazione alla SS. Vergine del Rosario di Pompei del 1879, un libretto tascabile di neppure 50 pagine, nel 1974 giunse infatti alla 1153esima edizione, con parecchi milioni di copie stampate. A una certa distanza, I Quindici Sabati del Santissimo Rosario del 1877, che nel 1981 raggiungeva la 75ª edizione (745° migliaio); e che contiene anche la celebre Supplica alla Regina del SS. Rosario di Pompei del 1883, la cui larga diffusione in foglietti o in diverse raccolte di preghiere è impossibile da documentare. E dunque, conclude De Fiores, è necessario «intraprendere uno studio serio e condotto con criteri scientifici per appurare i motivi di tanto successo, per verificare i contenuti di libri così diffusi, per discernere la loro struttura formale e la loro adeguazione alla verità cristiana e alle esigenze del popolo».
L’attività di scrittore mariano di Bartolo Longo, però, non è da intendersi nel senso di un mariologo di professione. Tra i suoi testi, infatti, non troviamo alcuna trattazione sistematica sulla figura di Maria, ma piuttosto una catechesi e una spiritualità mariana di natura popolare, capace di proporre un’autentica vita cristiana, sotto la continua ispirazione della Vergine. Centinaia di migliaia di persone li hanno avuti tra le mani e li hanno letti con profitto; tanto che sono serviti, in molti casi, alla formazione religiosa e civile dei credenti, alla nascita di vocazioni sacerdotali e religiose e all’impegno dei laici nei movimenti cattolici. Nell’attività editoriale del Longo ha poi avuto un ruolo davvero eccezionale a livello divulgativo la rivista «Il Rosario e la Nuova Pompei», che fondò il 7 marzo 1884 e diresse fino alla sua morte.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:

P. MOCERINO, Il beato Bartolo Longo. Un avvocato santo a servizio dell’uomo e della Chiesa, Edizioni Santuario di Pompei, Pompei 2005.
G. DE ROSA, Bartolo Longo anticipatore dell’intelligenza laicale del cristiano moderno, in Atti del Convegno Storico “Bartolo Longo e il suo tempo”, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1983, I, 23-52.
F. BONINI, La portata evangelizzatrice di Bartolo Longo: una proposta universale, in Atti del Convegno Storico “Bartolo Longo alle soglie del Duemila”, Pontificio Santuario di Pompei, Pompei 2001, II, 425-441.
G.M. ROSCHINI, Mariologia, A. Belardetti, Roma 1948.
B. CROCE, Storia d’Italia dal 1871 al 1915, Laterza, Bari 1927, 99.
G. DE LUCA, Madonna di Pompei, in La festa, 7 maggio 1939; poi in Scritti sulla Madonna, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1972, 207-210.
P.M. FRASCONI, Don Bartolo Longo, Pia Società San Paolo, Alba (CN) 1941, 104.
G. CROISET, Esercizi di pietà, in Opere complete, Livorno 1846, VII, 261.
S. DE FIORES, Maria nell’esperienza e negli scritti di Bartolo Longo, in Atti del Convegno Storico “Bartolo Longo e il suo tempo”, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1983, I, 137.