Storia Centri Educativi

San Giovanni Paolo II (Omelia del 26 ottobre 1980, beatificazione di Bartolo Longo)
In oltre un secolo, le Opere Sociali realizzate da Bartolo Longo hanno accolto, preparato alla vita e a un lavoro, migliaia di ragazzi e ragazze.
Fin dal 1886, il Fondatore del Santuario di Pompei diede vita ad un grandioso progetto di carità indirizzato agli afflitti, agli emarginati e ai poveri del suo tempo. In particolare, la sua opera mirava ad offrire accoglienza, educazione e amore a tutti i bambini e ragazzi orfani o abbandonati, ai quali mancava un punto di riferimento familiare per la propria crescita umana e sociale. Allargò, in seguito, la sua azione benefica puntando soprattutto ai casi più difficili di allora, quali i figli e le figlie di detenuti.
Vicino agli asili sorti nel 1886, agli oratori per il catechismo e alle “Case operaie” del 1887, Bartolo Longo costruì tre Istituti per ospitare i minori disagiati del suo tempo. Nel 1887, vide la luce l’Orfanotrofio Femminile che accolse le fanciulle orfane e abbandonate, salvaguardandole dai pericoli provenienti dalla loro situazione di miseria materiale e morale. Il Fondatore ne affidò la direzione alle Suore Domenicane “Figlie del Santo Rosario di Pompei”. Esempio personale, istruzione, esortazioni, carità, pazienza, tolleranza e fermezza senza durezza, erano i punti di un orientamento educativo che si ispirava ai principi evangelici della pedagogia cristiana. Con lo stesso scopo, fondò, nel 1892, l’Ospizio per i figli dei carcerati, affidandone la direzione ai Fratelli delle Scuole Cristiane. Nel 1922, pochi anni prima della sua morte, fondò “l’ultimo voto del cuore”, come lui stesso lo definì: l’Ospizio per le figlie dei carcerati che affidò alle cure amorevoli delle stesse Suore.
Le Opere nei decenni successivi alla scomparsa del Fondatore
Negli anni ’60, l’allora Vescovo di Pompei, Monsignor Aurelio Signora, per evitare la possibile emarginazione (derivante dalla particolare condizione familiare) di figli e figlie dei carcerati, volle fondere l’Orfanotrofio con l’Ospizio Sacro Cuore, per poter accogliere tutti, senza alcuna discriminazione. Nel 1966 si operò anche una divisione all’interno dell’Istituto Bartolo Longo: i maschi della Scuola Elementare furono trasferiti nei locali dell’IPSI (Istituto per la Specializzazione Industriale), che fu denominato Istituto “Assunta Ponzo”, in onore di una benefattrice del Santuario, ed affidati alle cure delle Suore. I bambini dell’istituto furono in seguito ospitati anche in una struttura per il Seminario, inaugurata nel 1973 dallo stesso Mons. Signora.
Negli anni ’80, i quattro Istituti di Pompei ospitavano circa 600 alunni; ma, con l’evolversi di scenari e bisogni sociali, il numero e la tipologia degli utenti erano destinati a mutare. Nel decennio successivo, il Santuario promosse corsi di aggiornamento per educatrici ed educatori. Nello stesso periodo, cambiò la legislazione riguardante le strutture per l’accoglienza dei minori; che, con la nuova legge regionale del 1994, non potevano superare i 40 ospiti. L’esigenza di adeguarsi alle nuove disposizioni, creando una nuova, specifica alternativa educativa, portò alla ristrutturazione dell’Orfanotrofio Femminile, che nel settembre del 1994 prese anche la nuova denominazione di Centro Educativo “Beata Vergine del Rosario”, articolato in quattro comunità autonome. Anche gli altri Istituti cambiarono denominazione. L’Istituto “Bartolo Longo” divenne così Centro Educativo “Bartolo Longo”, con quattro comunità maschili di Scuola Media e Istituto Professionale (“San Giuseppe”, “Sacra Famiglia”, “Angeli Custodi”, “San Domenico Savio”). Similmente, il nuovo Centro Educativo “Sacro Cuore”, con tre comunità femminili di Scuola Elementare (“Santa Maria Goretti”, “Nazareth”, e “Santa Teresa del Bambin Gesù”), a cui si aggiunsero nel 1997 tre comunità maschili di Scuola Elementare (“Shalom”, “Simpatia” e “Nuovi Orizzonti”) del Centro Educativo “Assunta Ponzo”; per essere poi gradualmente trasferite presso le comunità del Centro Educativo “Beata Vergine del Rosario”.
I grandi cambiamenti dal 2000
La legge quadro n. 328 del 2000 – per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali – rappresentò un fondamentale cambio di paradigma, introducendo “interventi di sostegno per i minori in situazione di disagio tramite il sostegno al nucleo familiare di origine e l’inserimento presso famiglie, persone e strutture comunitarie di accoglienza di tipo familiare e per la promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”. La nuova legge prevedeva (entro la fine del 2006) la chiusura degli Istituti, con la trasformazione dei servizi e strutture residenziali in comunità di tipo familiare. La necessità di adeguarsi alle nuove disposizioni avviò un percorso di evoluzione (anche ideologica) dei Centri Educativi del Santuario, con il definitivo superamento della logica dell’Istituto, confermata anche dalle nuove norme in materia di adozione e affidamento dei minori (Legge 149/2001). Nasceva così, il 6 novembre 2000, la Comunità di tipo familiare “Giardino del Sorriso”, in Via Arpaia; e il “Gruppo Appartamento” presso il Centro “Beata Vergine del Rosario”, dove convivevano le ex-alunne maggiorenni studentesse universitarie. Nel 2003, il giorno successivo alla seconda visita di Giovanni Paolo II, il Centro accolse, inoltre, una ragazza madre con il suo bambino, Emanuele; e da questo gesto d’amore nacque “Casa Emanuel” per gestanti, madri e bambini. Nello stesso periodo, l’Orfanotrofio (2003) e l’Ospizio (2008) furono trasformati in Centri Diurni semiresidenziali, dando vita a nuove realtà meglio rispondenti alle esigenze sociali. Nel 2013 è divenuto realtà il Centro per il Bambino e la Famiglia “Giovanni Paolo II” con l’arrivo, il 7 dicembre 2013, della famiglia Cretella, che vive la spiritualità della “Fraternità di Emmaus”. Il Centro comprende 5 case-famiglia, due affidate alla “Comunità Papa Giovanni XXIII” di Don Oreste Benzi, due affidate alla “Fraternità di Emmaus” e una alla “Fondazione Giuseppe Ferraro onlus”.