In oltre cento anni di vita, le Opere Sociali realizzate dal beato Bartolo Longo hanno accolto, preparato alla vita e ad un lavoro, migliaia e migliaia di ragazzi e ragazze.
Il Fondatore del Santuario di Pompei, fin dal 1886, diede vita ad un grandioso progetto di carità indirizzato agli afflitti, agli emarginati e ai poveri del suo tempo. In particolare, la sua opera mirava ad offrire accoglienza, educazione e amore a tutti i bambini e ragazzi orfani o abbandonati che, quindi, non avevano punti di riferimento familiari per la propria crescita umana e sociale. Allargò, in seguito, la sua azione benefica puntando soprattutto ai casi più difficili di allora, quali i figli e le figlie di detenuti. Così, vicino agli asili sorti nel 1886, agli oratori per il catechismo e alle “Case operaie”, del 1887, Bartolo Longo costruì tre Istituti per ospitare i minori disagiati del suo tempo.
Nel 1887, vide la luce l’Orfanotrofio Femminile che accolse le fanciulle orfane ed abbandonate, salvaguardandole dai pericoli provenienti dalla loro situazione di miseria materiale e morale. Il Fondatore ne affidò la direzione alle Suore Domenicane “Figlie del Santo Rosario di Pompei”.
Esempio personale, istruzione, esortazioni, carità, pazienza, tolleranza e fermezza senza durezza, erano i punti di un orientamento educativo che si ispirava ai principi evangelici della pedagogia cristiana.
Con lo stesso scopo, Bartolo Longo fondò, nel 1892, l’Ospizio per i figli dei carcerati, affidandone la direzione ai Fratelli delle Scuole Cristiane.
Nel 1922, pochi anni prima della sua morte, fondò “l’ultimo voto del cuore”, come lui stesso lo definì: l’Ospizio per le figlie dei carcerati che affidò alle cure amorevoli delle stesse Suore.
Negli anni ’60, l’allora Vescovo di Pompei, Mons. Aurelio Signora, per evitare che le figlie dei carcerati venissero emarginate ed additate come figlie di delinquenti, volle fondere l’Orfanotrofio e l’Ospizio Sacro Cuore, destinando l’uno all’accoglienza delle alunne di Scuola Materna, Scuola Media, Scuola Superiore e Scuola Professionale e l’altro alle bambine della Scuola Elementare e ai maschietti della Scuola Materna. Nel 1966, si operò una divisione anche all’interno dell’Istituto Bartolo Longo. I maschietti della Scuola Elementare, finora affidati ai Fratelli delle Scuole Cristiane, furono trasferiti nei locali dell’IPSI (Istituto per la Specializzazione Industriale), che fu denominato Istituto “Assunta Ponzo”, in onore di una benefattrice del Santuario, ed affidati alle cure delle Suore, pensando che, per bambini di così tenera età, esse fossero più adatte a sostituire la figura materna.
Ancora Mons. Signora, nel 1973, inaugurò una struttura per il Seminario, che in seguito, fu in grado di ospitare anche i bambini dell’Istituto “Assunta Ponzo”.
Negli anni ’80, i quattro Istituti pompeiani ospitavano complessivamente circa 600 alunni.
In seguito, con l’evolversi della società e i nuovi bisogni emergenti, anche la tipologia e il numero degli utenti cambiarono completamente.
Questa trasformazione impose un’approfondita riflessione. Negli anni ’90, il Santuario promosse corsi di aggiornamento per le educatrici e gli educatori.
In questo stesso periodo anche la legislazione riguardante le strutture per l’accoglienza dei minori cambiò. A seguito di una legge regionale del 1994, che prevedeva strutture con non più di quaranta minori, si decise di ristrutturare l’Orfanotrofio Femminile creando un’alternativa educativa specifica, adeguata ai dettami della nuova legislazione. Nel settembre del 1994, furono così avviati i lavori di ristrutturazione e le alunne dell’Orfanotrofio furono trasferite in parte presso l’Istituto “Sacro Cuore” e in parte presso l’Istituto “Assunta Ponzo”, rimanendovi fino all’agosto del 1997, anno in cui fu inaugurata la nuova struttura.
La stessa denominazione “Orfanotrofio Femminile” fu trasformata in Centro Educativo “Beata Vergine del Rosario”, strutturata in quattro comunità autonome: comunità “Angeli Custodi” che accoglieva bambini e bambine di scuola materna; comunità “Marianna De Fusco” per l’accoglienza di ragazze di scuola superiore; comunità “Nuova Eva” e comunità “Arcobaleno” per le ospiti di Scuola Media e Scuola Elementare.
Anche gli altri Istituti cambiarono denominazione. L’Istituto “Sacro Cuore” divenne Centro Educativo “Sacro Cuore” con, all’interno, tre comunità femminili di Scuola Elementare: comunità “Santa Maria Goretti”, comunità “Nazareth”, comunità “Santa Teresa del Bambin Gesù”.
L’Istituto “Assunta Ponzo” divenne Centro Educativo “Assunta Ponzo”, con tre comunità maschili di Scuola Elementare: comunità “Shalom”, comunità “Simpatia” e comunità “Nuovi Orizzonti”.
Anche l’istituto “Bartolo Longo” divenne Centro Educativo “Bartolo Longo”, con quattro comunità maschili di Scuola Media e Istituto Professionale: comunità “San Giuseppe”, comunità “Sacra Famiglia”, comunità “Angeli Custodi”, comunità “San Domenico Savio”.
Nello stesso anno, 1997, il Centro Educativo “Assunta Ponzo” fu trasferito presso il Centro Educativo “Sacro Cuore” le cui ospiti vennero progressivamente trasferite presso le comunità del Centro Educativo “Beata Vergine del Rosario”.
Nell’anno scolastico 2000/01 il calo numerico degli ospiti dei diversi centri fu notevole. Nel 2000, infatti, la legge quadro 328/00 per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, prevedeva “...interventi di sostegno per i minori in situazione di disagio tramite il sostegno al nucleo familiare di origine e l’inserimento presso famiglie, persone e strutture comunitarie di accoglienza di tipo familiare e per la promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”. Inoltre, per favorire la deistituzionalizzazione, la medesima legge prevedeva la chiusura degli Istituti entro il 31 dicembre 2006 e la trasformazione dei servizi e delle strutture a ciclo residenziale nella forma di strutture comunitarie di tipo familiare. Nasceva così l’esigenza di avviare un percorso di evoluzione e trasformazione dei Centri Educativi del Santuario sia come risposta agli ultimi interventi legislativi sia come bisogno di compiere quel salto ideologico che portava al superamento definitivo della logica dell’Istituto, prevista anche dalla legge 149/2001, recante modifiche alla precedente legge (184/83) sull’adozione e affidamento dei minori.
Far maturare nuove iniziative significava dare alle opere del beato Bartolo Longo continuità nel tempo, adeguandole ai continui mutamenti del contesto sociale e culturale. È esperienza condivisa che, l’inserimento di un bambino in una comunità di tipo familiare, piuttosto che in una grande struttura, abbia degli esiti positivi sul suo sviluppo psico-affettivo.
Nasceva così, il 6 novembre 2000, la Comunità di tipo familiare “Giardino del Sorriso”, che ha avuto come prima sede il Villino Squillante, ubicato in Via Plinio. Successivamente, il 30 ottobre del 2003, la comunità fu trasferita in Via Arpaia, luogo dove ebbe inizio la missione del Beato.