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Canti

L’azione liturgica riveste una forma più nobile quando è celebrata in canto, con i ministri di ogni grado che svolgono il proprio ufficio, e con la partecipazione del popolo. In questa forma di celebrazione, infatti, la preghiera acquista un’espressione più gioiosa, il mistero della sacra Liturgia e la sua natura gerarchica e comunitaria vengono manifestati più chiaramente, l’unità dei cuori è resa più profonda dall’unità delle voci, gli animi si innalzano più facilmente alle cose celesti per mezzo dello splendore delle cose sacre, e tutta la celebrazione prefigura più chiaramente la liturgia che si svolge nella Gerusalemme celeste. […] Non c’è niente di più solenne e festoso nelle sacre celebrazioni di una assemblea che, tutta, esprime con il canto la sua pietà e la sua fede>> (Dall’Istruzione “Musicam Sacram”, 5.16).
La tradizione musicale della Chiesa costituisce un patrimonio di inestimabile valore, che eccelle tra le altre espressioni dell’arte specialmente per il fatto che il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne”...
Si promuova con impegno il canto religioso popolare in modo che nei pii e sacri esercizi, come pure nelle stesse azioni liturgiche, secondo le norme stabilite dalle rubriche, possano risuonare le voci dei fedeli>> (Dalla Costituzione “Sacrosanctum Concilium” sulla sacra Liturgia, 112.118).
La musica e il canto sono stati sempre adoperati dalla Chiesa nella sua liturgia, perché mirabilmente accompagnano gli inni che prorompono dagli animi innamorati di Dio, i gemiti del dolore che si sfogano nei santi accenti della preghiera, la tristezza ed il gaudio, la parola che invoca e quella che ringrazia, le dolcezze e le speranze della vita cristiana>> (Bartolo Longo).

N.B. I canti che si propongono di seguito fanno parte del sussidio “Canti dei pellegrini a Pompei”, in vendita presso la libreria del Santuario.