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04 Aprile 2022
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Lettura Decreto Venerabile Toppi

04 Aprile 2022
Vergine del Santo Rosario, alla presenza di numerosi fedeli. La data del rito assume un valore simbolico perché, proprio in questo giorno del 2007, Monsignor Toppi nacque in Cielo «andando – come si legge ancora nel Decreto – incontro a Sorella Morte» La Messa solenne è stata presieduta dal Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, firmatario del Decreto la cui pubblicazione, lo scorso 20 gennaio, fu autorizzata da Papa Francesco. A concelebrare l’Arcivescovo di Pompei, Monsignor Tommaso Caputo, alcuni Vescovi della Campania e tanti sacerdoti della Prelatura, in festa per questo speciale segno di grazia. «Mons. Toppi – ha spiegato il Prelato della Città mariana – è stato un Pastore buono e generoso che univa la mitezza francescana all’amore intenso per la Madonna, che amava proprio col cuore di san Francesco. La sua profonda spiritualità traspariva non solo dalle sue parole e dai suoi scritti, ma da tutto il suo essere. Le persone erano conquistate da lui, perché ammirate dall’autenticità della sua testimonianza di fede e di carità. Incontrandolo e ascoltandolo si intuivano le vette spirituali che aveva raggiunto. La sua anima sprigionava fede e amore, rendendo in qualche modo presenti le grandi figure bibliche che parlavano agli uomini il linguaggio dei profeti. Allo stesso tempo, tutto il suo essere e la sua stessa figura richiamavano esplicitamente la sua francescanità». Nella sua omelia, il Cardinale Semeraro ha ricordato le parole di una penitente che andava a confessarsi da Monsignor Toppi: «Aveva una grande fiducia nella Misericordia di Dio – ha dichiarato la donna – e insegnava a noi che ci lasciavamo dirigere da lui, questo concetto che Dio è amore e misericordia; anche nella confessione marcava fortemente questo concetto, invitando a non disperare del proprio peccato ma a fidarsi dell’infinita misericordia di Dio». «In effetti – ha proseguito il Cardinale – una frase che egli ripeteva spesso è questa: “Io sono peccato. Dio è Misericordia”. In questa umiltà, che è poi la radice di tutte le virtù, il nostro Venerabile, “restò sempre, in semplicità e letizia, unito nel vincolo di Madonna Povertà, verace discepolo di San Francesco di Assisi” (dal Decreto sulle Virtù eroiche). Con una vita permeata di carità, non ostentata ma vissuta, egli si privava anche del poco che aveva per donarlo a chi era nel bisogno. Davanti al povero e al sofferente – diceva – possiamo dire con l’apostolo Tommaso: “Signore mio e Dio mio” (Omelie e Prediche a cura di M. Noviello, Marna ed., Barzago 2011, 45). Il fedele popolo di Dio percepì ben presto il profumo delle sue virtù e quando passò da questo mondo alla casa del Padre disse: “È morto un santo, abbiamo un santo in Paradiso”». Le spoglie mortali di Monsignor Toppi riposano in Santuario, nella cui cripta furono sepolte “al canto del Magnificat”. L’Arcivescovo compianto aveva espresso nel suo testamento questa volontà desiderando essere «piedistallo del trono della Vergine Maria». Al termine della Messa il Cardinale, che subito dopo ha pregato sul sepolcro del Venerabile, ha salutato i fedeli chiedendo di continuare a pregare per la beatificazione di Monsignor Toppi. La sua speranza è di rivedersi presto a Pompei per questo che sarebbe un grande evento di grazia o, a Roma, per la canonizzazione del Beato Bartolo Longo. Queste parole sono state accolte dagli applausi dei devoti che gremivano il Santuario.