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“L’ Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea chiamata Nazaret… ad una Vergine, che si chiamava Maria” (cfr. Lc 1, 26.27)

Luca narra così l’inizio della missione del Verbo nella storia degli uomini. L’evento dell’Incarnazione è anche alla base della missione della Chiesa che è, per sua natura, missionaria: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni…..” (Mt 28, 19) […] Predicate il Vangelo ad ogni creatura” (Mc 16, 15). L’evangelizzazione è l’impegno permanente della Chiesa. In forza di questa dimensione, di questa sua precipua identità, la Chiesa non cessa mai, in ogni tempo, di svolgere la sua missione nel mondo: annunciare e riannunciare la buona notizia del Vangelo a tutti gli uomini, quanti ancora non sono stati raggiunti dalla grazia della fede e dalla verità della salvezza e quanti hanno già sperimentato la gioia dell’incontro con Cristo.
Questo impegno di missione e di evangelizzazione ha avuto una connotazione particolarmente paradigmatica nella storia religiosa ed ecclesiale di Pompei. Proprio agli inizi del suo percorso di fede e di testimonianza apostolica, il beato Bartolo Longo, ormai al termine del suo cammino di conversione, scoprì in modo inequivocabile, come narra nella “Storia del Santuario” scritta da lui stessa, l’impegno concreto della sua chiamata: “Se propaghi il Rosario, sarai salvo”. Propagare il Rosario significava, dunque, annunciare Cristo. È per questo che il giovane avvocato si fece missionario, in un primo momento tra i semplici e ignoranti contadini di Pompei, in seguito, tra le folle numerosissime dei devoti della Vergine del Rosario.
Da quello spirito missionario è sorta la Nuova Pompei, che realizza il suo compito accogliendo pellegrini da tutte le parti del mondo e muovendosi verso tutti i cuori della terra. È per realizzare questa specifica vocazione che, negli anni ’50 del XX secolo, nasce la Missione Mariana del Rosario, la cui proposta pastorale è fondata sulla più nota e popolare preghiera mariana. Questa preghiera, rivolta a Maria e recitata con Maria, è preghiera semplice ma profonda, che va al cuore della fede cristiana ed è attualissima di fronte alle sfide del Terzo Millennio ed all’urgente impegno della nuova evangelizzazione.
A Pompei, quest’attualità è particolarmente evidenziata dal contesto dell’antica Città romana sepolta sotto le ceneri del Vesuvio, nel 79 dopo Cristo. Quelle rovine parlano. Esse pongono la decisiva domanda su quale sia il destino dell’uomo. Sono testimonianza di una grande cultura, di cui tuttavia rivelano insieme alle luminose risposte, anche gli interrogativi inquietanti. La Città mariana nasce nel cuore di questi interrogativi, proponendo Cristo risorto quale risposta, quale “vangelo” che salva. Oggi, come ai tempi dell’antica Pompei, è necessario annunciare Cristo ad una società che si va allontanando dai valori cristiani e ne smarrisce persino la memoria. A Pompei quest’annuncio si fa anche attraverso il Rosario. Che cosa è infatti il Rosario? Un compendio del Vangelo. Esso ci fa continuamente ritornare agli eventi più importanti della vita di Cristo per farci “respirare” il suo mistero. Per questo motivo il Rosario è, anche, via privilegiata di contemplazione, via di Maria. Chi più di Lei conosce Cristo e lo ama? Ne era persuaso il beato Bartolo Longo, apostolo del Rosario, che proprio al carattere contemplativo e cristologico del Rosario prestò speciale attenzione. Grazie al Beato, Pompei è diventata un “centro internazionale di spiritualità del Rosario”, luogo di preghiera per la pace, per le famiglie e per i giovani, come ha affermato Giovanni Paolo II nel suo pellegrinaggio a Pompei, il 7 ottobre 2003. In questo solco programmatico si inseriscono le Missioni Mariane del Rosario, organizzate dal Santuario di Pompei.
Durante il tempo della loro celebrazione una copia della venerata icona della Beata Vergine del Santo Rosario viene portata nelle comunità parrocchiali che ne fanno richiesta, per un tempo forte di preghiera e di evangelizzazione. Attraverso una catechesi attenta e puntuale, ispirata alla “Rosarium Virginis Mariae”, la Missione Mariana del Rosario si propone di avvicinare in maniera festosa ed autentica tutte le categorie di persone ed associazioni presenti nella comunità, indicando ad esse una strada privilegiata per la salvezza: la strada della contemplazione dei misteri di Cristo, attraverso lo sguardo attento e premuroso di Maria, per realizzare un’esperienza comunitaria e individuale di conversione, di missionarietà, di servizio di carità e di costruzione della pace, come è nel carisma della Chiesa di Pompei.

Delegato: Mons. Francesco Paolo Soprano
Vice-Delegato: Don Gennaro Gargiulo

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