Scritti
"La sua lunga vita è stata ispirata da una fede semplice ed eroica e densa di episodi suggestivi, durante la quale sgorgò e si sviluppò il miracolo di Pompei. Iniziando dall’umile catechesi ai contadini della valle di Pompei, e dalla recita del Rosario davanti al famoso Quadro della Madonna, fino all’erezione dello stupendo Santuario e all’istituzione delle opere di carità per i figli e le figlie dei carcerati, Bartolo Longo portò avanti con intrepido coraggio un’opera grandiosa che ancora oggi ci lascia stupiti ed ammirati".
San Giovanni Paolo II (Omelia del 26 ottobre 1980, beatificazione di Bartolo Longo)
San Giovanni Paolo II (Omelia del 26 ottobre 1980, beatificazione di Bartolo Longo)
Nel 1982, lo storico Gabriele De Rosa definisce il Fondatore di Pompei come il più grande promotore laico della devozione alla Madonna del Rosario del ventesimo secolo (cfr. De Rosa G., Bartolo Longo anticipatore dell’intelligenza laicale del cristiano moderno, in Atti del Convegno Storico “Bartolo Longo e il suo tempo”, vol. I, Edizione di Storia e Letteratura, Roma 1983, pp. 23-52). Dello stesso avviso, nel 1998, Francesco Bonini che parla della straordinaria capacità dell’avvocato pompeiano ad evangelizzare su vasta scala e a fare della devozione pompeiana una proposta universale (cfr. Bonini F., La portata evangelizzatrice di Bartolo Longo: una proposta universale, in Atti del Convegno Storico “Bartolo Longo alle soglie del duemila”, vol. II, pp. 425-441, Pontificio Santuario di Pompei, 2001). Alcuni decenni prima il mariologo Gabriele Maria Roschini (cfr. Roschini G.M., Mariologia, Roma 1958) lo aveva indicato come il principale promotore in Italia del movimento per la definizione dogmatica dell’Assunzione di Maria e della devozione dei “Quindici Sabati”. Ma ancora prima, all’inizio del secolo scorso, a poco meno di un anno dalla morte di Longo, avvenuta il 5 ottobre 1926, Benedetto Croce lo indicava come “il fondatore della Lourdes italiana” (cfr. Croce B., Storia d’Italia dal 1871 al 1915, Bari 1927, p. 99). Nel 1939, don Giuseppe De Luca, acuto studioso della religiosità popolare, esprime per il Santuario di Pompei, e, indirettamente, anche per il suo artefice umano, un giudizio davvero lusinghiero: «In nessun luogo si ha più presente che a Pompei quel che doveva accadere intorno a Gesù, allorquando compariva in un paese della Galilea... Un pellegrinaggio a Pompei rifà le forze di anni e anni...» (De Luca G., Madonna di Pompei, in “La festa”, 7 maggio 1939, ora nel volume dello stesso autore, Scritti sulla Madonna, Roma 1972, pp. 207-210)). Oggi si contano in tutto il mondo circa quaranta chiese, senza calcolare quelle in Italia, dedicate alla Madonna di Pompei: dal Canada all’Australia, dal Brasile all’Eritrea, dagli Stati Uniti a Malta. Fu proprio la necessità di far conoscere quanto accadeva a Pompei e di promuoverne la diffusione in ambiti sempre più ampi, che indussero il beato Bartolo Longo ad intraprendere la strada di un moderno press agent. Per quest’attività si preparò scrupolosamente andando a scuola dai migliori letterati del tempo e utilizzò con intuizione, geniale per allora, la stampa come mezzo di diffusione e divulgazione della devozione alla Vergine del Rosario di Pompei: «Il gran segreto di Bartolo Longo, come ognun sa – afferma uno dei suoi primi biografi – fu l’organizzazione della propaganda, che nessun altro come lui seppe svolgere a quei tempi difficili, anzi ostili, per le iniziative di carattere religioso» (cfr. Frasconi P. M., Don Bartolo Longo, Alba 1941, p. 104). Chiosando un testo della sua biblioteca Bartolo Longo scriveva: «... qual’è la mia vocazione? Scriver di Maria, far lodare Maria, far amare Maria» (cfr. Croiset G., Esercizi di pietà, in “Opere Complete”, VII, Livorno 1846, 261). E fu così. Avvertì talmente la sua vocazione di scrittore mariano da produrre libri ed opuscoli, alcuni dei quali veri e propri best seller! Stefano De Fiores, noto mariologo italiano, affermava: «Pure la mariologia dovrà fare i conti con Bartolo Longo, non solo per rendere giustizia alla sua opera promozionale del culto mariano nella chiesa, nonché alla sua acculturazione popolare e al suo influsso nella preghiera e spiritualità delle masse; ma anche per evitare errati luoghi comuni. Per esempio è facile trovare nella penna dei mariologi affermazioni come queste: “il best-seller mariano di tutti i tempi è senza dubbio il libro Le glorie di Maria di S. Alfonso de’ Liguori... oppure il Trattato della vera devozione a Maria di S. Luigi da Montfort”. Si tratta certamente di capolavori della letteratura mariana che godono di una grande diffusione in varie lingue (si calcolano circa 800 edizioni per il primo e 300 per il secondo). Ma il primato della stampa mariana spetta ad un libretto tascabile di neppure 50 pagine scritto nel 1879 da B. Longo: Novena d’impetrazione alla SS. Vergine del Rosario di Pompei, che esce nel 1974 in 1153ª edizione raggiungendo parecchi milioni di copie. A una certa distanza viene il libro più consistente di B. Longo: I Quindici Sabati del Santissimo Rosario (1ª ed. 1877), che raggiunge nel 1981 la 75ª edizione (745° migliaio). Questo medesimo libro contiene la celebre Supplica alla Regina del SS. Rosario di Pompei (1883), la cui larga diffusione in foglietti o in diverse raccolte di preghiere è impossibile documentare (nel 1949 si era alla 1105ª edizione). Se i mariologi non potranno misconoscere i primati editoriali di B. Longo, spetta ad essi intraprendere uno studio serio e condotto con criteri scientifici per appurare i motivi di tanto successo, per verificare i contenuti di libri così diffusi, per discernere la loro struttura formale e la loro adeguazione alla verità cristiana e alle esigenze del popolo» (cfr. De Fiores S., Maria nell’esperienza e negli scritti di Bartolo Longo, in Atti del Convegno Storico “Bartolo Longo e il suo tempo”, vol. I, Edizione di Storia e Letteratura, Roma 1983, p. 137). La sua attività di scrittore mariano, però, non è da intendersi nel senso di un mariologo di professione. Tra i suoi testi, infatti, non troviamo nessuna trattazione sistematica sulla figura di Maria, ma una catechesi e una spiritualità mariana di natura popolare, capace di proporre un’autentica vita cristiana, sotto la continua ispirazione della Vergine. Centinaia di migliaia di persone li hanno avuti tra le mani e li hanno letti con profitto, tanto che sono serviti, in molti casi, alla formazione religiosa e civile dei credenti, alla nascita di vocazioni sacerdotali e religiose e all’impegno dei laici nei movimenti cattolici. Nell’attività editoriale del Longo un ruolo davvero eccezionale a livello divulgativo ebbe la rivista “Il Rosario e la Nuova Pompei”, da lui fondata il 7 marzo 1884 e diretta fino alla morte.
N.B. Per questa introduzione cfr. Mocerino P., Il beato Bartolo Longo. Un avvocato santo a servizio dell’uomo e della Chiesa, Edizioni Santuario di Pompei, 2005.